Discesa della Vallée Blanche – Courmayeur – VALLE D’AOSTA

 

Punto di partenza: Punta Helbronner (3462m), raggiunta con la funivia Skyway da Courmayeur (AO)

Punto di arrivo: Chamonix (1035m)

Difficoltà: I / 3.1 / E1

Dislivello: 2400m circa

Sviluppo: 18km circa

Attrezzatura: sci d’alpinismo o anche da pista, artva, pala e sonda, caschetto, imbrago, longe, un paio di moschettoni + materiale per recupero in crepaccio

Periodo consigliato: gennaio-maggio

La discesa in sci della Valléee Blanche è un meraviglioso itinerario fuori pista che si sviluppa nel cuore del Monte Bianco lungo il ghiacciaio – nomen omen – chiamato Mer de Glace; così bella da essere una delle discese più famose del mondo e ritenuta da molti una delle più spettacolari, per quanto non particolarmente difficoltosa quando in buone condizioni. Nonostante questa premessa si deve sempre considerare che si è immersi in un ambiente severo: quello dell’alta montagna. Il percorso si svolge su ghiacciaio, sono presenti crepacci e si passa nei pressi di una grande seraccata, senza considerati i rischi oggettivi classici legati alla neve. Può essere un’ottima idea formare un gruppo di amici e farsi accompagnare da una guida, o comunque da una persona più esperta e che magari già conosca l’itinerario.

Partendo da Courmayeur è necessario anche considerare alcuni aspetti logistici: scesi a Chamonix bisognerà provvedere al rientro in Italia attraverso il tunnel del Monte Bianco usufruendo di trasporti pubblici o noleggiando una navetta che ci riporti indietro alle automobili. A seconda delle condizioni di innevamento bisognerà anche considerare che potrebbe non essere possibile arrivare sci ai piedi fino all’abitato di Chamonix, soprattutto a fine stagione. In tal caso sarà possibile risalire verso Montenvers e prendere il trenino a cremagliera fino Chamonix.

La scala che sale verso Montenvers.

Risalita verso la Buvette des Mottets.

Noi (metà aprile 2018) abbiamo continuato ancora per un tratto la discesa rendendoci conto che sarebbe stato forse meglio salire al treno, ma siamo comunque arrivati bene in paese, risalendo dapprima alla Buvette de Mottets (paline), per poi seguire la sterrata che scende in paese alternando vari “metti-togli”, tratti innevati e tratti già irrimediabilmente scoperti, terminando con ostinazione sulla parte finale di una pista da sci che termina alle prime case. Si ricorda che forse ancora più spettacolare è la discesa diretta dall’Aiguille du Midi, raggiungibile in teleferica da Chamonix.

L’Aiguille du Midi 3795m. Pochi mesi dopo, verso la fine dell’estate 2018, la celebre Arête des Cosmiques, il cui percorso culmina su questa vetta, è stata martoriata da gravi crolli.

Parliamo ancora un po’ della discesa partendo da Punta Helbronner. Quando nell’aprile 2017 ricevo un invito improvviso ad unirmi ad un gruppo per andare a sciare la Mer de Glace, inizialmente sono quasi dell’idea di rinunciare a causa della mia limitata esperienza con gli sci, una di quelle cose che fanno fortunatamente parte della mia “nuova vita”, così mi piace pensarla ogni tanto.

Fino a nemmeno tantissimo tempo prima non potevo proprio permettermeli, come tante altre cose. Alla fine mi faccio convincere, pur rimanendo per gran parte della giornata col timore di essere una palla al piede. Anche un’infiammazione in una gamba – che mi porterò dietro ancora per un po’ – sarà di indesiderata compagnia, aumentando il mio disagio.

Tuttavia ho un ricordo fantastico della discesa e nutro vivamente il desiderio di tornare a sciarla. Non speravo di rivedere il Monte Bianco così presto e la mia gioia quel giorno è stata infinita.

Fino alla stazione della funivia sembra di rivivere un rituale, la mia anima sospira mentre gli occhi accarezzano la cresta del Peuterey. Respiro l’aria pungente a pieni polmoni sulla terrazza, prima di scendere la scalinata che conduce sul ghiacciaio.

Qui ci prepariamo e poi raggiungiamo in breve il vicino Col des Flambeaux (3407m). Da questo punto iniziamo la discesa vera e propria, che prende piede sul Glacier du Géant. Tutto intorno a noi svettano cime ghiacciate e spettacolari guglie granitiche che sogno di poter scalare un giorno.

Scendendo verso il ghiacciaio: l'avventura ha inizio!

Scendendo verso il ghiacciaio: l’avventura ha inizio!

Uno dei momenti più spettacolari è l’attraversamento della seraccata del Requin, tuttavia anche uno dei più delicati. Solitamente la si costeggia, ma esistono anche dei passaggi attraverso i seracchi. Dopo una bella scarica di adrenalina si raggiunge una zona più tranquilla, la Salle à Manger, dove i gruppi sono soliti fare uno spuntino. E’ come un terrazzo panoramico sulla parte sottostante del ghiacciaio, che si appiattisce mentre scivola placido – e purtroppo sempre più magro – verso valle. Da qui si prende lo slancio e si riparte. L’ambiente tutto attorno è grandioso, dominato da un lato dalle Aiguilles di Chamonix e dall’altro dalle Périades, le Grandes Jorasses e i Dru.

Credo non vi sia modo migliore che fare una specie di piccola visita guidata attraverso qualche fotografia, giusto per far venire l’acquolina in bocca! Vi garantisco che davvero tanti sono gli scorci mancanti, per ovvie ragioni: non resta che andare a vedere dal vivo, che ne pensate?

Dalla terrazza di Punta Helbronner

Dalla terrazza di Punta Helbronner questo sicuramente è uno degli scorci più fotografati: in primo piano le Aiguilles Marbrées, dietro svetta il Dente del Gigante con i suoi 4013m, segue la elegante cresta di Rochefort, culminante nella vetta dell’Aiguille de Rochefort 4001m;  in lontananza le Grandes Jorasses, la sacra ossessione di molti alpinisti.

Ancora dalla terrazza di Punta Helbronner

Ancora dalla terrazza di Punta Helbronner, nelle giornate più serene, magnifica è la vista su sua maestà il Monte Bianco (4810m). A destra, l’affilato canino del Mont Maudit (4468m). La via detta “dei tre monti”, che partendo dal Rèfuge des Cosmiques tocca Mont Blanc du Tacul, Mont Maudit e Monte Bianco è una delle più famose vie di salita al tetto d’Europa… Elbrus escluso.

I cosiddetti satelliti

I cosiddetti satelliti, guglie granitiche che popolano i sogni di generazioni di alpinisti e arrampicatori. La più celebre tra di esse è sicuramente il Grand Capucin (3838m), dove Walter Bonatti aprì la sua celebre via nel 1951.

La Tour Ronde (3792m). Qui visibile la sua parete nord. Celebre il Couloir Gervasutti, che solca la ovest con pendenze fino a 50° circa, salito per la prima volta da Renato Chabod e Giusto Gervasutti, il 27 luglio 1934

Gli ovetti della cabinovia che collegava Aiguille du Midi e Punta Helbronner, attualmente chiusa, in attesa di riparazione.

Discesa attraverso la seraccata.

La spettacolare seraccata del Requin. Qui parlano da sole le forze della Natura.

E noi siamo piccoli piccoli…

Sciando la placida tranquillità della Mer de Glace dopo la Salle à Manger, ci si avvicina alla fine del viaggio…

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