Non pensavo di tornare a Finale a fine maggio, ma le piogge insistenti ai piedi delle nostre montagne non concedono molti spazi da dedicare alla scalata, nonostante le nostre ostinate e numerose scappate in falesia inseguendo momenti di sereno, di libertà e di pace sospesa. E’ anche stato un brutto periodo, ma ecco che riusciamo finalmente a ricominciare ad organizzare qualcosa: scendiamo verso il mare. Mi ritrovo a poter scegliere la via da provare, perché è di vie lunghe che sia io che il mio socio abbiamo più desiderio, forse già sognando quelle in montagna, come per togliere la ruggine e prepararsi alla nuova stagione. Così i miei pensieri ricadono su una pagina letta tempo addietro, in cui si parla di una vecchia via riattrezzata, con un tiro molto più duro degli altri. Forse è proprio questo tiro ad attirarmi. Se proprio non riuscissi a passare la presenza di una variante rende la sfida del tutto accettabile. Così eccoci all’attacco di Chiodi di Garofano, aperta nel 1979 da Pierre Sicurì e Luciano Pizzorni, probabilmente caduta nell’oblio per molto tempo, fino alla nuova attrezzatura nel 2014. A differenza che su altre vie storiche a Rocca di Perti, la roccia non è per niente unta, tutt’altro: è semplicemente fantastica! Nonostante l’umidità del mattino troviamo grandissima aderenza e la sensazione è davvero eccitante. La cosiddetta “ghisa” tuttavia arriva subito: il primo tiro sarà anche di V, ma inizia subito strapiombando, dando subito un colpo alla mia insolita baldanza. Dopo il delicato passaggio di placca che segue nel secondo, il tiro chiave, fortemente estetico, è per me una bella lotta tra roccia e artificiale, eppure ripensadovi a posteriori realizzo come non si sia mai fatta avanti la voglia di una ritirata o lo scoramento. Su questa lunghezza vivo la metafora perfetta della mia vita in questo periodo. Segue una lunghezza divertente su roccia eccezionale e poi già ci ritroviamo sul finale… ci avevamo appena preso gusto! Ma guardando i polpastrelli delle mani forse possiamo dire che per oggi va bene così, scenderemo a Finalborgo a berne una alla faccia di questo periodo, di tutto quello che va e che non va e come buon auspicio per tante scalate a venire…
Punto di partenza: Finalborgo (SV)
Materiale: mezze corde da 60m, normale dotazione da arrampicata, qualche fettuccia o cordino
Tipo di via: via storica, riattrezzata a placchette e resinati nel 2014
Esposizione: nord
Tipo di roccia: calcare
Difficoltà: 7a (6a/A0 obbl.)
Lunghezza: 130m
Apritori: Pierre Sicurì, Luciano Pizzorni, 1979
Come arrivare: si esce dall’autostrada al casello autostradale di Finale Ligure e si scende in direzione di Finalborgo fino ad una rotatoria (800m circa) e ad una seconda (1km circa) e da essa si svolta a sinistra in direzione di Calice Ligure. Si svolta a destra dopo circa 1,5km seguendo l’indicazione di un cartello per Perti Alto. Si segue la stradina che sale tra gli oliveti fino ad una piazza su cui si affaccia la Chiesa di S.Eusebio. Si supera la chiesa e si continua per la stretta strada, superando un gruppo di case sulla destra e inoltrandosi nel bosco fino alla fine della via, nei pressi dell’area di parcheggio “I Cianassi”. Coordinate gps del parcheggio: N44 11.844, E8 18.583
Purtroppo questa zona è stata soggetta a furti e quindi si raccomanda di non lasciare oggetti di valore nell’automobile.
Avvicinamento: dal parcheggio si imbocca un sentierino alle spalle della fontana e della piccola area attrezzata e in breve si raggiunge l’attacco della Via dello Spigolo. Si prosegue per il sentierino costeggiando la parete, ignorando una prima piccola svolta a sinistra che si avvicina agli attacchi di altre vie, e continuando ancora un po’ in direzione di un evidente pilastro che si stacca dalla parete. Si reperisce un piccolo sentiero che si inoltra nella vegetazione e raggiunge la base della parete nei pressi di un diedro, una targhetta dipinta alla base della via indica l’attacco.
Targhetta all’attacco
Via:
L1: si attacca il diedrino leggermente strapiombante, ci si alza verso destra costeggiando un’erosione e risalendo un pilastrino e si esce in placca; si continua dritto e si per più facili gradoni si raggiunge la sosta su resinati. 30m, 5c.
L’inizio del primo tiro
L2: si prosegue per placca a sinistra della sosta fino a raggiungere una comoda terrazza. 10m, 6a
Sulla placca del secondo tiro
L3: si sale per il sovrastante diedro strapiombante, fessurato nel fondo (a tratti fessura cieca; chiodatura ravvicinata) e si prosegue seguendo la fessura, raggiunto un tettino, si traversa verso destra uscendo su un pilastrino che si segue fino a sostare poco sotto la terza sosta della Via del Vecchio. 30m, 7a (6a/ A0)
Terzo tiro
(E’ possibile evitare questo tiro con una variante di 5c spostandosi a destra della seconda sosta e risalendo le placche sul bordo sinistro di un diedro.)
L4: si traversa verso destra seguendo la parte finale della terza lunghezza della Via del Vecchio e, puntando ad una placchetta verde, ci si porta alla base di un diedro ben appigliato che si percorre con bella e divertente arrampicata; si sosta su un terrazzino, in comune con la via L’altra faccia del Vecchio. 30m, 5c
In uscita dal quarto tiro
L5: dalla sosta si attraversa verso destra, si sale un muretto, e poi si lo sperone che delimita la vegetazione del settore detto “Il Giardino”, fino ad uscire nei pressi del sentiero che conduce in vetta, sostare su alberi. 35m, 5b
Ci si trova all’imbocco di un sentierino che si inoltra tra gli arbusti, lo si segue verso destra; in breve esso conduce alla croce di vetta.
Discesa: dalla croce di vetta si segue il sentiero segnalato con tacche bianche e rosse (palina) che in mezz’ora circa conduce al parcheggio “i Cianassi”, scendendo dapprima del bosco, incontrando poi una bellissima grotta sulla sinistra e costeggiando a poca distanza le pareti perdendo quota poco a poco.
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