Escursione alla Tetè de la Frema – Valle Maira

Località di partenza: Chiappera

Ascesa: 1587 mt

Distanza: 19,50 km

Data escursione: 24 giugno 2019

Ad anello: no

Scala delle difficoltà escursionistiche:

GRADO CAI (Club Alpino Italiano) EE (Escursionisti esperti) – Sentiero più difficile, con tratti a volte poco marcati e/o mal segnalati, con eventuali problemi di orientamento, pietraie e sfasciumi, terreni particolarmente accidentati, tempi di percorrenza oltre le 4 ore

GRADO CAS (Club Alpino Svizzero) T3 – Impegnativa escursione in montagna – Traccia perlopiù segnata con tratti meno evidenti. A tratti esposto, facili ghiaioni privi di neve e roccette. Potrebbe essere necessario l’uso delle mani per l’equilibrio.

ACCESSO IN AUTO E LOCALITA’ DI PARTENZA:

Da Dronero percorrere la val Maira fino alla borgata di Chiappera poi seguire le indicazioni per il rifugio Campo Base e proseguire con l’auto fino al divieto d’accesso, per poi proseguire a piedi fino alla palina per le cascate di Stroppia e colle Niera.

NOTA PERSONALE:

La Tetè de la Frema è posta tra la valle dell’Ubaye, il vallone di Stroppa e quello dell’Infernetto e a poca distanza dall’ Aiguille de Chambeyron.

Le Cascate di Stroppia con un salto di 500 metri sono le cascate più alte d’Italia. sono situate nell’alta Valle Maira, in provincia di Cuneo,

E’ interessante l’ipotesi secondo la quale il toponimo del Lac des Neuf Couleurs (Lago dei nove colori) derivi in realtà da una storpiatura del nome originale, Lac des Neuf Couloirs, ovvero Lago dei nove canaloni. In effetti, osservando la parete Sud dell’Aiguille de Chambeyron, è possibile contare nove conoidi detritiche, ai piedi di altrettanti canaloni.

Percorso ben segnalato con alcuni tratti caratterizzati da un dislivello elevato ma in generale senza particolari tratti difficoltosi od esposti. E’ sicuramente necessario comunque un buon allenamento per poter affrontare l’intero percorso.

GLOSSARIO GEOETIMOLOGICO

Frema dal prov. Fremo “donna”, deriva da qualche fatto non noto. Il toponimo potrebbe porsi in contrapposizione alla vicina cima detta Tetè de l’Homme.

Michelangelo Bruno “Alpi sudoccidentali – Viaggio tra immagini e nomi di luoghi. Gribaudo Editore 2006

ITINERARIO

Risaliamo l’intera valle Maira fino a raggiungere il Campo base e lì, dopo aver lasciato l’auto, proseguiamo per la sterrata fino a raggiungere le paline che indicano il percorso verso le cascate di Stroppia. Il primo tratto di sentiero, abbastanza ripido, lo percorriamo seguendo le indicazioni delle tracce coincidenti anche con il Sentiero Dino Icardi (segnavia giallo/blu) che ci conducono lungo una salita a zig-zag fino ad un traverso verso sinistra.

 

Cascate-Stroppia
Cascate-Stroppia

Una palina segnaletica ci conduce dapprima verso un piccolo ponte di legno e poco dopo raggiungiamo un piano erboso dal quale, attraverso un terreno franoso, raggiungiamo un ripido percorso, scavato nella roccia e a tratti attraversato dalle acque provenienti dal lago Niera.

Rifugio-Stroppia
Rifugio-Stroppia

 

Superato questo discreto dislivello, dopo un passaggio esposto ma che non necessità di particolari attrezzature, raggiungiamo il rifugio Stroppia 2230 mt e proseguendo in direzione della cascata ci ritroviamo alla quota del lago Niera 2302 mt.

Lago-Niera
Lago-Niera

Dopo il lago ed una breve salita giungiamo alla palina che conduce al vallone Sautron che ovviamente lasciamo a sinistra. Dopo diversi sali e scendi ed un panorama veramente avvolgente, giungiamo al bivio per il colle dell’ Infernetto che questa volta lasciamo a destra. Successivamente raggiungiamo il bivio per il colle Nubiera (percorso F) che lasciamo a sinistra. Dopo qualche centinaia di metri iniziamo a intercettare sul sentiero, zone innevate che comunque superiamo brillantemente, per proseguire verso il colle di Gippiera.

Vallone-di-Stroppia
Vallone-di-Stroppia

Raggiunto dapprima il bivacco Barenghi 2815 mt dagli inconfondibili colori giallo e blu, proseguiamo quindi per il colle di Gippiera 2948 mt, che raggiungiamo dopo una discreta salita su sfasciumi.

Bivacco-Barenghi
Bivacco-Barenghi

Dal colle , superate alcune zone innevate, risaliamo per una traccia il costone della Tetè de la Frema, lungo un sentiero su sfasciumi facilmente percorribili.

Lago-di-Vallonasso
Lago-di-Vallonasso

Lungo l’ascesa possiamo ammirare il lago di Vallonasso verso il bivacco e alla nostra destra, verso l’Aiguille de Chambeyron 3412 mt, il lago dei nove colori (o nove canaloni), entrambi ancora in parte coperti da neve.

Aiguille-de-Charbeyron-3412-mt-e-il-lago-dei-nove-colori
Aiguille-de-Charbeyron-3412-mt-e-il-lago-dei-nove-colori

Raggiunta la cima, dove con stupore troviamo una croce mutilata, e le due braccia posate tra le rocce, come se non fosse stato possibile terminare il lavoro di assemblaggio della croce.

Dalla sommità possiamo ammirare verso nord-ovest lìAiguille de Chambeyron, più a nord la Tetè de l’Homme 3202 mt, il Ciaslaras 3005, il Brec de Chambeyron 3389 mt e il vallone di Stroppia con diversi tremila.

Tete-de-l-homme-e-monviso
Tete-de-l-homme-e-monviso

Per il ritorno ripercorriamo la stessa strada dell’andata, contemplando con una diversa luce, quei luoghi magici e armoniosi, silenziosi e allo stesso tempo carichi di un’energia speciale che ci coinvolge completamente. Torniamo quindi alla nostra auto consapevoli di aver concluso un’escursione davvero impegnativa, stancante ma orgogliosi di aver raggiunto il nostro “selvaggio” obiettivo.

I-tremila-del-vallone-di-Stroppia
I-tremila-del-vallone-di-Stroppia

 


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