Storia: fino al 1713 Casteldelfino, Castelponte ed il Vallone di Bellino appartenevano al Delfinato ed al regno di Francia.
Nel XIX secolo la difesa della Valle Varaita venne affidata alle truppe della difesa mobile.
Le prime opere furono costruite fra il 1890 ed il 1905 con la realizzazione dello sbarramento di Sampeyre.
La prima linea di difesa del Vallo Alpino si attestava a monte di Chianale. Il secondo sbarramento, risalente al 1930, si trovava invece a Casteldefino e comprendeva diverse opere di tipo 7000. Anche queste opere non furono mai coinvolte nel conflitto del 1940.
Le Opere di tipo “7000” chiamate anche “postazioni 7000” erano appunto definite dalla Circolare 7000 emanata il 3 ottobre del 1938, che prevedeva la realizzazione di semplici monoblocchi di calcestruzzo con una, due o tre armi, che potevano essere mitragliatrici o pezzi anticarro.
Domenica 17 marzo 2019, è l’ora di riprendere con l’esplorazione del Vallo Alpino.
Decido così dirigermi in Valle Varaita.
Giunta nei pressi del cimitero di Casteldelfino, parcheggio la mia auto, indosso gli scarponi, metto lo zaino sulle spalle e parto. Sono pronta per iniziare questa avventura.
Proprio accanto alla strada Provinciale 105 è presente la prima Opera o meglio l’Opera 363 bis. Pare una normale casa alpina rivestita in pietra con addirittura una finta finestra in legno. All’ingresso una porta, sempre in legno.
ingresso Opera 363 bis
Muovo i primi passi all’interno. Compare davanti a me la Camerata Truppa.
ingresso camerata truppa Opera 363 bis
Tre scalini, alla mia sinistra la fotofonica e più verso destra la postazione per mitragliatrice e poi quella anticarro.
Postazione per mitragliatrice Opera 363 bis
L’Opera è piccolina, per cui dopo aver scattato alcune foto ed aver tracciato su un foglio bianco uno schizzo della stessa, esco. Faccio qualche passo e proprio davanti al cimitero del paese, nel bel mezzo di un prato, ecco l’Opera 363.
Opera 363
Anche questa pare una baita montana, con dei camini e rivestita in pietra. Si tratta sempre di un’opera tipo 7000 come la precedente, costituita quindi da un unico monoblocco di calcestruzzo, resistente a piccoli e medi calibri. Sono presenti due postazioni per mitragliatrici ed ai lati, una per parte, due fotofoniche. L’ingresso si trova nel lato posteriore.
ingresso Opera 363
Entro, osservo la camerata per truppa e le indicazioni di Mitragliatrice destra “MTR DESTRA” e mitragliatrice sinistra ” MTR SINISTRA”. Più avanti una delle fotofoniche che avevo visto essere presente scrutando esteriormente la fortificazione.
Una delle fotofoniche dell’Opera 363
Vedo in più punti, in corrispondenza di piccole nicchie quadrate, la dicitura “Lume”, e ciò ci dimostra che le Opere tipo 7000 non possedevano illuminazione elettrica.
Alcuni scalini mi conducono verso la mitragliatrice destra e poi quella sinistra.
Gradini verso la mitragliatrice destra – Opera 363
Dopo aver visitato l’Opera, visto la stupenda giornata , volgo uno sguardo alla Capella poco distante, che spicca in mezzo a quel cielo così azzurro.
Cappella di San Bernardo
Proseguo per il sentiero che si trova a destra della Cappella e poco più avanti noto un’altra fortificazione: sono nei pressi dell’Osservatorio Bertines.
Osservatorio Bertines
Si tratta di un malloppo, con finti camini, con osservatori sui quattro lati e fotofoniche che, come sempre, servivano a comunicare con le altre fortificazioni della zona.
A questo punto mi spingo verso la mia destra, tra le frazioni Bertines e Serre di Bertines di Casteldelfino.
Intravedo l’Opera 362 e mi dirigo quindi verso di essa. Si tratta sempre di un’Opera di tipo 7000 armata con tre mitragliatrici.
In lontananza l’Opera 362
Come le altre opere “sorelle” è dotata di una camerata truppa e di una mitragliatrice destra, una centrale ed una sinistra.
Camerone truppa Opera 362
Perlustro la 362 e poi decido di concedermi una pausa.
Osservo le montagne davanti a me e lascio trasportare i miei pensieri attraverso la musica che genera lo scorrere dell’acqua sul pendio.