Partenza: Monterosso Grana dal cimitero (730 m) – clicca qui
Dislivello: 120 m circa
Difficoltà: F
Lunghezza: 6,2 km circa
Giro ad anello: si
Note Tecniche:
il sentiero dei Servanot è pianeggiante ed è percorribile tutto l’anno a piedi, a cavallo o in mountain bike. E’ un percorso adatto ai bambini ed alle famiglie. Le indicazioni sul sentiero sono precise e curate nei dettagli. Questo percorso è una vera e propria aula didattica nel bosco.
Oggi, in una splendida giornata d’autunno, ho deciso di non allontanarmi molto da casa e di esplorare la Valle Grana. Superati Caraglio e Valgrana, mi fermo nei pressi del cimitero del Comune di Monterosso Grana, punto di partenza del Sentiero dei Servanot.
Chi è il Servanot?
Il Servanot è un personaggio leggendario, metà uomo e metà animale, che secondo le storie locali abitava nei boschi di Monterosso Grana.
Il percorso
Nei pressi del cimitero di Monterosso Grana si trova il primo pannello informativo con la mappa del sentiero dei Servanot. Il percorso è suddiviso in tre zone:
1. Il bosco dei castagni
Il percorso inizia dalla Cappella di San Sebastiano, purtroppo chiusa. Al suo interno, affreschi di Pietro da Saluzzo del 1468 raccontano la storia di San Sebastiano.
Inizio quindi la camminata e vedo il primo di una cinquantina di pannelli indicatori. Si tratta proprio di Lou Servanot che ci accompagnerà lungo il percorso raccontandoci varie storie e di come si viveva a Monterosso, che nel dialetto locale si chiamava Bourgat.
La prima storia quella di Petin Minin vi stupirà!
I colori intorno a noi, sono uno spettacolo della natura!
Questi prati alla nostra sinistra sono i cosidetti Counsei.
Il primo albero che incontro è il Pero (Lou Prusie) che cresce e si sviluppa naturalmente in Europa.
Poi mi addentro nel bosco di castagni. Il loro frutto, le castagne, erano l’alimento base di un tempo, che permetteva alle persone comuni di sopravvivere.
Superato uno strano albero, mi raccomando non lasciatevelo sfuggire, svolto a destra e raggiungo, prima “la porta dei segreti” e poi, l’aula nel bosco.
Qui, non ci sono banchi, ma solo dei trochi e dei pannelli di legno su cui sono attaccati i lavori, i disegni dei bambini.
Voi sapete come si stabilisce l’età di un albero e come si formano gli anelli? Allora, venitelo a scoprire nel bosco dei Servanot!
Qua e là trovo dei nidi intrecciati con i rami secchi, disegni di ragni, farfalle ed altri insetti.
Poco più avanti un’Opera Land Art di Cristina Saimandi.
Ed eccoci alla Foundario, luogo dove vivevano due mendicanti, di cui Luo Servanot ci racconterà la storia.
Arrivo poi a dei campi, che un tempo erano ricoperti d’acqua: i Nais ovvero gli stagni.
Qui alcune installazione temporanee Land Art: “siamo fili che si uniscono in corde, siamo corde che si intrecciano in sfere, siamo sfere interconnesse nell’universo in una rete invisibile di spazio e tempo“.
Di cosa si tratterà?
2. Sardoulin
Il sentiero dei Servanot prosegue a sinistra. Incontro il silicone, un piccolo rivolo, il pioppo nero, il nocciolo ed il noce. Per fortuna ci sono i pannelli, perché avrei avuto dei seri problemi a riconoscere questi alberi.
Ecco che giungo a Borgata Quagna a 756 m, alle cui spalle pare ci siano diverse cave.
Ora percorro un tratto su strada asfaltata e poi svolto a destra, nuovamente su un piccolo sentiero, che percorre il Vallone della Cumbo.
Altri numerosi pannelli mi aspettano, per arricchire le mie conoscenze sulle varie piante presenti in questa seconda zona del sentiero dei Servanot.
Mi colpisce poi, una croce, nel bel mezzo del bosco con su scritto “Dio proteggi chi ti ama”. Questo era il punto in cui si sostava, in attesa dell’arrivo del prete, per i funerali della Cumbo.
Ecco poi la casa di Lou Servanot, chiamata Sardoulin. Si tratta di una tana che dovrete trovare.
Stupenda la vista su Monterosso Grana, immersa nei colori autunnali.
Più avanti incontro alcuni amici del bosco, molto molto curiosi e simpatici!
Eccone un altro.
Nel bosco, dovete aguzzare la vista per non perdervi nemmeno un Sarvanot.
A destra, la stradina Vio dei Mort, dove nasce il Cammino nei Cerchi. Qui, quattro cerchi rappresentano le stagioni della vita.
Ritorno all’inizio di questo sentiero ripercorrendolo tutto e mi butto nella caccia al tesoro dei Servanot.
Eccone uno in mezzo agli alberi che mi guarda indispettito.
Sono giunta alla fine della seconda zona del sentiero dei Servanot di Monterosso Grana.
3. Bestie e Bestiette
Proseguo sulla strada asfaltata fino alla Cappella di San Giovanni, dove svolto a destra.
In questa terza zona trovo molti animali (sagome) ad accogliermi. Alcuni però sono difficili da individuare per cui i bambini potranno divertirsi a cercarli.
Cammin facendo giungo a Fraz. Mioia a 745 m e successivamente al cimitero di Monterosso Grana, concludendo il percorso.
Il sentiero dei Servanot è una meravigliosa passeggiata, adatta a tutte le età. Percorrendolo si può respirare serenità, pace ed aria buona. Un percorso dove si può fantasticare, credere a questi racconti come se si vivesse in un’antica fiaba. I bambini, ma non solo, impareranno a conoscere gli alberi e gli animali.
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