Partenza: Sant’Anna di Valdieri ( 980 m)
Quota massima: Cima del Latous (2744m)
Dislivello: 1825 m circa
Distanza totale: 23 km circa
Difficoltà: EE
Curiosità:
Cima del Latous (2744 m): il termine “Latous” significa “zona boscosa tra le rocce”. Questo nome descrive perfettamente il paesaggio della zona, caratterizzato da boschi che si alternano a formazioni rocciose.
Accesso:
Per raggiungere il punto di partenza, dirigetevi in Valle Gesso e superate l’abitato di Valdieri. Proseguite fino alla frazione di Sant’Anna di Valdieri, dove troverete il cartello Tàit dal Ponut.
Il percorso:
Nessuno del nostro gruppo era mai stato sulla Cima del Latous, quindi oggi abbiamo deciso di affrontare questa nuova sfida.
Partiamo da Sant’Anna, in prossimità del cartello Tàit dal Ponut (995 m). Imbocchiamo subito la via N4, inizialmente asfaltata, che ci condurrà nella Valle della Meris.
Dopo aver percorso il primo tratto tra le case, la via svolta a sinistra e diventa in pietra lastricata. Ignoriamo il sentiero sulla destra che conduce ai Tait e proseguiamo nell’ombra del bosco di faggi.
Raggiungiamo il ripiano erboso del Gias del Prato (1529 m).
Due splendidi cavalli ed un puledrino ci attendono ed oltre questi un gregge di pecore e capre.
Superiamo un contrafforte che scende dalla Punta della Meris e arriviamo ad un altro pianoro, al centro del quale sorgono le ex Case Reali del Chiot (1700 m). Da qui, il sentiero inizia a salire fino a quando vediamo la cascata che scende dal Lago Sottano del Sella. La cascata, con il suo fragore, ci regala un momento di pura magia naturale.
Nei pressi della cascata, svoltiamo a sinistra, superiamo una passerella in legno e ci troviamo di fronte al meraviglioso Lago Sottano del Sella (1882 m).
In pochi minuti perveniamo al Rifugio Livio Bianco dove ci accoglie il nostro amico Livio.
Dopo una breve chiacchierata, ci spostiamo sul retro del rifugio e seguiamo una labile traccia che ci porta verso un canale pietroso.
Superato lo stesso, scopriamo il primo dei laghetti di Latous.
Proseguiamo sempre seguendo il sentiero, che prima procede salendo verso sinistra e poi ridiscende, fino a raggiungere il secondo laghetto di Latous. Qui, ci fermiamo per un attimo a godere della tranquillità del luogo, con solo il suono del vento e dell’acqua a farci compagnia.
Poco dopo le rive del Lago, perdiamo le tracce del sentiero e procediamo dritti nel vallone, tenendoci a destra. Nel frattempo, le nuvole iniziano ad alzarsi dietro di noi.
Sempre attraverso la pietraia, svoltiamo a destra e proseguiamo nel vallone Latous.
Pare sempre di essere in prossimità del Colle del Matto, ed invece, dopo un risalto di pietre, se ne deve superare un altro.
Comunque passo dopo passo, raggiungiamo il colle del Matto (2554 m), dal quale si intravede la Cima Argentera. Il cielo continua a scurirsi e a coprirsi di nuvole.
Alla nostra destra si trova la via per la cresta est della Cima del Matto, che ho percorso anni fa, mentre alla nostra sinistra c’è la cresta per raggiungere la Cima del Latous. Pertanto, noi svoltiamo a sinistra.
Percorsi gli ultimi 200 m di dislivello perveniamo così alla Cima del Latous.
Da quassù, tra le nuvole, possiamo osservare la Cima del Lausetto, la Cima della Vagliotta, l’Asta Sottana, la Cima dell’Oriol, la Cima Mondini, l’Argentera, Punta Stella e tantissime altre.
Visto il tempo incerto, dopo una decina di minuti decidiamo di avviarci. Dal Colletto del Matto, intravediamo, come per magia, dei pallini azzurri sulle rocce. Ecco la via segnata dal gestore del Rifugio Livio Bianco.
Seguiamo i bollini azzurri che ci portano sulla destra del vallone e ci permettono di raggiungere gli ultimi laghetti di Latous, che non avevamo visto in precedenza.
Dai laghi continuiamo sulla via dell’andata fino all’auto.