Il Mongioie con i suoi 2630m è la seconda vetta delle Alpi Liguri dopo il Marguareis, presenta tre versanti molto diversi fra loro, rivolti su tre vallate: a sud si affaccia sulla Valle Tanaro con pareti quasi dolomitiche, a ovest declina dolcemente verso la Valle Ellero formando un grande circolo carsico, infine a nord presenta una ombrosa parete triangolare alta circa 400 metri, rivolta sulla Valle Corsaglia. Proprio questa parete, solcata da due canali, viene salita per la prima volta da Sandro Comino e Piero Garelli il 9 luglio 1933, che scelsero come linea conduttrice il canale di destra. Nel 1940 Armando Biancardi, il 28 luglio e in solitaria, tracciò una via più diretta attaccando il canalone di sinistra.
Oggi queste vie non vengono più percorse nei mesi estivi, bensì sono diventati apprezzati itinerari di misto facile, affrontati in inverno e in primavera, con difficoltà variabili a seconda delle condizioni di innevamento.
Ambiente sulla via
Nonostante progetti sicuramente più impegnativi, la Via Diretta Biancardi ha preso posto nei nostri pensieri soprattutto dopo averci respinto una prima volta in dicembre (2018). Le raffiche di vento che sin da subito iniziavano ad infastidirci ben presto divennero un vero e proprio ostacolo alla progressione, quasi buttandoci in terra. Mentre cercavamo di raggiungere il Bocchin dell’Aseo si era scatenata una vera e propria bufera. La sera un articolo dichiarava raffiche sulle creste del Mongioie fino ai 140km/h. Da allora ci siamo dedicati per quanto possibile all’arrampicata su ghiaccio e abbiamo frequentato più le Valli del Monviso che le Alpi Liguri.
Sul finire di marzo (2019) pensiamo di fare ritorno a seguito della riuscita della salita ad una via nel gruppo del Marguareis, il Canale dei Pancioni. In verità avevamo già desistito una seconda volta qualche settimana prima, a causa delle alte temperature tutt’altro che invernali. Così, se con i Pancioni avevamo dato l’arrivederci ad un inverno troppo breve, ora salutavamo la primavera tornando per un terzo tentativo al Mongioie. E questa volta finalmente tutto fila liscio, talmente tanto da sembrare un ottimo auspicio per una nuova stagione tutta da scrivere.
Punto di partenza: Viozene, Ormea (CN)
Tipo di via: via alpinistica su terreno misto interamente da proteggere, presenti spit nei punti di sosta
Materiale: mezze corde da 60m, un set di nut, qualche friend medio
Esposizione: nord-est
Difficoltà: AD+/D-
Lunghezza: 400m
Apritori: Armando Biancardi, 28 luglio 1940
Durante l’avvicinamento, superato il Pian dell’Olio e salendo verso il Bocchin dell’Aseo, fermi nel punto in cui dovemmo girare i tacchi a dicembre.
Avvicinamento: lasciata l’automobile a Viozene nei parcheggi a bordo strada nei pressi di una chiesa (1245m), si imbocca dapprima una stradina che si inoltra tra le case, ad un bivio di svolta a destra e si continua per sentiero fino a raggiungere il pianoro dove sorge il Rifugio Mongioie (1550m). Se non si intende pernottare al rifugio e dividere la gita in due giorni, alle paline si ignora la prosecuzione per il rifugio e si prosegue verso destra per sentiero sempre segnato. Si raggiunge così dapprima il Pian dell’Olio (2089m). Il sentiero prosegue per una conca erbosa, supera una strozzatura e si alza fino a raggiunge il Bocchin dell’Aseo (2292m). Dal colle si attraversa orizzontalmente verso sinistra e si scende costeggiando la parete nord-est del Mongioie, fino ad arrivare nei pressi del grande conoide di un canalone.(calcolare circa 2h30 per l’avvicinamento).
Via:
Risalire il canalone, 40° circa, che porta alla base di una fascia di rocce strapiombanti (1 spit).
Nel canalone d’accesso
L1: si traversa verso sinistra (1 chiodo) portandosi alla base di un diedro-camino alto una quindicina di metri, che si risale (III). In uscita, in alto a destra spit+maillon, si può sostare qui, oppure proseguire in traverso per qualche metro trovando una sosta su una cengetta (spit+chiodo).
Il camino del primo tiro, molto secco
L2: si prosegue seguendo la cengia verso sinistra e si esce in parete, dove si continua con lieve flessione verso destra fino ad un affioramento roccioso (1 spit). 30m
Sul traverso
Da questo punto si prosegue per quattro lunghezze di corda su terreno sempre simile. Ogni 50 metri circa, su zone rocciose affioranti, si trova uno spit; nel mezzo è possibile piazzare qualche protezione veloce. Si sale sempre tendendo leggermente verso destra, in direzione di un punto in cui la parete va a morire sotto una fascia di roccia (torrione bifido) e si forma uno stretto canale.
Nella parte centrale della via
L7: raggiunta l’inizio di uno stretto canale si può sostare sul lato sinistro di esso su spit. Da questo punto si risale la strettoia dapprima su neve poi incontrando dei massi incastrati (III,III+, 1 chiodo). Superato il passaggio si esce nel canalino finale (45°-50°), dopo 7-8 metri si può ancora rinviare uno spit sulle rocce a sinistra (eventualmente sostare) e si prosegue fino ad uscire in cresta a poca distanza dalla grande statua della Madonna con bambino (chiodo a sinistra, spit nuovo a destra) 55m.
Il passaggio del masso incastrato
Si prosegue per cresta verso sinistra, in direzione della croce di vetta, che si raggiunge in pochi minuti (2630m).
Discesa: dalla cima si può percorrere a ritroso un tratto di cresta per scendere dalla via normale sul versante est che riporta al Bocchin dell’Aseo; alternativamente si può scendere per la normale del versante ovest attraverso la Gola delle Scaglie. Entrambe le vie sono ben segnalate e riportano al Rifugio Mongioie.
In cresta verso la cima