Escursione alla Madre di Dio – Valle Gesso
Partenza: Piano della Casa del Re ( 1760 m)
Quota massima: La Madre di Dio (2800 m)
Dislivello: 1150 m circa
Distanza totale: 8,8 km circa
Difficoltà: PD
Curiosità:
La Madre di Dio è composta da due cime: quella ad ovest, la più alta, raggiunge i 2800 m, e quella ad est arriva a 2790 m. Le due cime sono separate da una profonda forcella, un dettaglio che rende questa montagna particolarmente affascinante.
Accesso:
Per raggiungere il punto di partenza dirigersi verso la Valle Gesso e più precisamente verso le Terme di Valdieri. Proseguire lungo la strada asfaltata, alle spalle del fabbricato delle Terme. Si incontra dapprima un parcheggio, poco dopo il Gias delle Mosche. Da qui, un sentiero conduce al Rifugio Bozano. Continuando oltre, la strada diventa dissestata e non più asfaltata. Avanzando ancora, si raggiunge il Piano della Casa del Re.
Il percorso:
Caricati gli zaini con tutto il necessario, partiamo di buon’ora dal Piano della Casa del Re, a 176o metri di altitudine, punto di partenza perfetto per questa escursione.
Dal Piano della Casa del Re (1762 m), ci incamminiamo per la mulattiera, seguendo le indicazioni per il Rifugio Remondino (sentiero N11).
Poco dopo, imbocchiamo un sentiero alla nostra sinistra, sempre l’N11, che più avanti si dirama nuovamente a destra, in vista del rifugio Regina Elena (1834 m). Noi, tralasciamo questa diramazione e ci addentriamo nel Vallone Assedras. In alto, appare, piccolo, il Rifugio Remondino!
Con numerosi tornanti perveniamo presso un rio che superiamo nonostante il ponticello sia già stato smontato a novembre.
In breve, raggiungiamo dei cartelli indicatori: a destra si prosegue per il Colle Est del Mercantour, mentre a sinistra per il Rifugio Remondino. Noi andiamo verso sinitra, riattraversiamo il Rio. Sulla destra una cascata incide la bastionata rocciosa.
Il sentiero guadagna rapidamente quota, avvicinandoci al cono di deizione del Canalone Sud del Colletto della Madre di Dio.
Continuiamo a salire fino a quando, poco prima di raggiungere il Rifugio Remondino, dopo circa 680 metri di dislivello, scorgiamo sulla sinistra un’indicazione, sentiero N42, per il Rifugio Bozano.
Seguiamo ora i vari ometti sulla pietraia ed alcune tacche rosse, attraversando verso sinistra tutto l’alto Vallone Assedras.
Dietro di noi, spicca il Rifugio Remondino.
Continuiamo su pietraia ammirando davanti a noi, la nostra meta La Madre di Dio, la cima Maubert e la cima De Cessole.
Giunti alla base del canalone Sud, proseguiamo quindi a sinistra, seguendo le inidicazione per il Rifugio Bozano e delle tacche gialle e rosse.
Alla fine del sentiero, svoltiamo a destra, raggiungendo un tratto esposto e attrezzato con corde.
Prestando la dovuta attenzione, saliamo un breve canalino, anche questo sempre attrezzato, fino alla sommità.
Da lì, senza scendere, svoltiamo a destra in direzione della nostra meta.
Seguendo dapprima alcune ometti e poi invece cercando una nostra via, arrampichiamo tra rocce con passaggi di II-III grado e canalini erbosi.
Raggiungiamo così la nostra vetta: La Madre di Dio.
La vista dalla cima è mozzafiato. Da un lato, l’infinita distesa delle Alpi Marittime, mentre dall’altro, la Valle Gesso si apriva sotto di noi in tutta la sua bellezza.
La Catene delle Guide, il Corno Stella, il Gélas di Lourousa, l’Argentera.
Volgendo lo sguardo verso il Piano della Casa del Re, vediamo invece dominare, tra tutti, il Monte Matto.
Dopo la consueta pausa in vetta, iniziamo la discesa.
Dalla vetta, scendiamo centralmente per rocce gradinate (II-), seguendo questa volta alcuni radi ometti.
Raggiungiamo nuovamente il sentiero che permette di fare la traversata dal Rifugio Remondino al Bozano e viceversa, ed invece di tornare verso il Remondino, decidiamo di svoltare a destra e poi di scendere, dopo poco, dritto per dritto.
Per proseguire con prudenza, indossiamo dei ramponcini. La discesa risulta stancante per le gambe. Continuiamo tra prati.
Raggiungiamo la pineta, poi rodendri e larici fino ad incrociare la carrareccia di fondo valle e con essa la nostra auto.
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